Allevare canarini
Come fare dei buoni riproduttori
Come allevare canarini tutto sommato è semplice. Sono animali che si possono considerare addomesticati perché si allevano da circa 500 anni. In un modo o nell’altro basta mettere in cova alcune coppie che comunque qualche risultato si ottiene.
Il discorso cambia quando si
vogliono allevare alcuni tipi particolari (parigini, gibber, York ecc..) o si
punta ad una selezione di colore perfetta. In Italia a differenza di altri
paesi, siamo decisamente bravi e con ottimi risultati nelle mostre
internazionali con i canarini, mentre abbiamo trascurato indigeni ed esotici.
Basta guardare il numero dei canarini rispetto agli altri uccelli in qualunque
mostra. Io dico che se fosse stato facile allevare Cardellini oggi il rapporto
sarebbe inverso. In effetti allevare indigeni è un altro pianeta ma dà delle
soddisfazione immense.
Per quanto riguarda le tecniche di allevamento ogni
allevatore è convinto che il sistema da lui adottato è il migliore. (Mi è
capitato di sentire due allevatori che sostenevano uno esattamente il contrario
dell’altro).
La selezione è una cosa seria, basta guardare i risultati
raggiunti in zootecnia (galline ovaiole, manzi, maiali, ecc..). Basta studiarsi
qualche buon libro sull’argomento attingendo in una libreria universitaria.
Volendo leggere qualcosa di più leggero e adattato ai canarini c’è il libro del
prof. De Baseggio : “Campioni e razziatori”.
Io ho sempre allevato canarini
di colore (oltre a molti indigeni) e lo scopo che mi sono prefissato non è mai
stato la “medaglietta” da vincere in una mostra, ma la soddisfazione di produrre
molti soggetti che equivale a capire quali sono le vere necessità degli uccelli.
Praticamente l’equazione: più benessere = più figli.
Vincere la “medaglietta”
è facile: basta comprare da più allevatori tanti buoni (o campioni) soggetti e
metterli in cova. Prima o dopo nasce qualche soggetto come i genitori che ti fa
vincere.
I fattori determinanti per un buon allevamento sono: ambiente –
alimentazione – patrimonio genetico. Un discorso particolare è quello relativo
al patrimonio genetico il quale dobbiamo costruire. Per mia esperienza il
sistema migliore è quello di prestare molta attenzione alle femmine. Nel 90% dei
casi sono le femmine che risultano sterili e nel tempo compromettono tutto
l’allevamento (sesso eterogamentico).
Usando un maschio con due femmine
alternativamente, separandolo dopo la deposizione del terzo uovo, i risultati
possono essere:
1. con la prima femmina feconda tutte le uova e nascono
tutti, mentre con la seconda femmina alcune uova risultano infeconde. Il maschio
e la prima femmina vanno tenuti con tutti i loro figlio, mentre la seconda
femmina con tutti i suoi figli vanno scartati (è parzialmente sterile e lo sono
alcuni figli).
2. Con entrambe le femmine risultano alcune uova infeconde.
Vanno scartate entrambe le femmine e tutti i figli. Il maschio va provato con
una terza femmina “sicura” e se anche con questa risultano uova infeconde va
scartato anche il maschio ( e riviste le femmine con altro maschio
“sicuro”).
3. Con entrambe le femmine tutte le uova sono feconde e nascono
tutti. Vanno tenuti sia le due femmine che il maschio e tutti i figli.
4.
Adesso si sceglie quale femmina ha allevato meglio e ha deposto il maggior
numero di uova e svezzato il maggior numero di figli. Per l’anno successivo si
ricompone la stessa coppia. Mentre tutti i figli di detta coppia si
accoppieranno fratello e sorella. L’anno dopo il risultato ottenuto dalle coppie
fra fratelli sarà da indicatore nella scelta dei soggetti da tenere nati il
secondo anno dai genitori. Inoltre la coppia dei figli che ha reso di più darà
origina ad un’altra famiglia incrociandoli con altri soggetti di linea di sangue
diverso o affine. Sempre puntando a una produzione maggiore di uova e piccoli
svezzati. Non preoccuparti della consanguineità, questa infatti esalta sia i
difetti che i pregi.
5. Un altro indicatore importante sono alcuni novelli
che appena incominciano a mangiare da soli il pastoncino (23-24 giorni)
imbeccano i fratelli di nido imitando i genitori (di solito sono femmine
eccellenti).
Con questo sistema dopo circa 6 anni ho avuto alcune femmine che
deponevano 7 uova e svezzavano da sole i 7 piccoli nati, e questo per tre
covate.
Abituare tutti alla sola scagliola, perché oltre ad essere il seme
migliore se accompagnato da un minimo di pastoncino tutto l’anno, si evita
soprattutto che le femmine decidono di alimentare i piccoli con il loro seme
preferito creando squilibri alimentari. Ovviamente da un mese prima delle cove e
fino a muta ultimata pastoncino a volontà.
Spero di essere stato chiaro,( in
pratica è anche più semplice).